Tonetto, Redlich e Haifisch: le storie creano una prospettiva
Ho inventato una parola: filosofironico. Così intenderò da ora in poi tutta quella tipologia di fumetti che, raccontando storie minime con personaggi disegnati in maniera semplice, a volte veri e propri mostriciattoli, mi dicono un po’ di più su di me ed esprimono concetti di pura filosofia. Ma partiamo da un presupposto: La vita si riempie di significato grazie alle storie che ci raccontiamo che vediamo e che leggiamo. Le storie creano una prospettiva dando significato alla vita che scorre piatta e senza grandi colpi di scena. Se il nostro cervello è fatto per attribuire significati è in contesti dove non ci sono molte altre distrazioni che si può restare in focus e seguire il flow della storia, apparentemente insignificante, che stiamo leggendo. Ultimamente ho letto alcuni fumetti di questo tipo e ho deciso di scriverne per rendervi partecipi delle mie incredibili scoperte. RUFOLO e il grande evento (Eris edizioni) è il secondo libro di Fabio Tonetto in cui il protagonista è appunto Rufolo.
Resto sempre meravigliosamente sconcertata da quanto questi animaletti buffi e divertenti siano una messinscena ironica, e tristissima allo stesso tempo, della realtà. La storia di questo secondo volume è semplice: Rufolo si sveglia e cerca di raggiungere il suo grande evento e chiede informazioni un po’ a chiunque ma scoprirà che si può raggiungere soltanto in un modo inaspettato dopo l’incontro con un tipo ”compatto” troppo maleducato per poterci fare davvero amicizia. Rufolo incontra un cucciolo di insetto a cui da fastidio essere chiamato insetto, dei blocchi di pietra che si propongono di schiacciarti e si pone domande esistenziali e profondissime che vengono smorzate da risposte lapidarie: ”Ma perchè? Nessuno vuole sapere nulla?” - “Perchè fai schifo”. E constatazioni poetiche come notare che nello spazio bianco in cui vive tutto sommato si sta bene, che il bianco non è color amaranto, non tegola, ma praticamente inimmaginabile. Che metafora gigantesca! Il surrealismo metafisico delle storie di Rufolo fa venire la pelle d’oca. Al Treviso Comics Book Festival ho visto la mostra “Happy forever” dell’illustratrice Nadine Redlich che ha tre libri pubblicati con Rotopol Press di Lipsia (Paniktotem) e svariate prestigiose collaborazioni. La mostra è stata ideata e realizzata da StraneDizioni che da anni si occupa di pubblicare e serigrafare disegni realizzando prodotti editoriali eccellenti sia per contenuti che per grafica. La Redlich sembra la sorella spirituale, e graficamente affine, di Tonetto. I suoi pupazzoni dicono “STO BENE” mentre nascondono la polvere sotto al tappeto.
Si arrovellano in dubbi esistenziali in cui ci ritroviamo spesso, sono vittime e carnefici delle loro emozioni e per questo ci fanno tanto ridere. Un effetto simile a questi volumi di Redlich e Tonetto me l’ha fatto The artist di Anna Haifisch in cui sono descritte alla perfezione le brutture, le frustrazioni e gli stati d’animo di un'artista in cerca di una sua strada e della fama (che non è detto arrivi). I protagonisti sono animali: Un pennuto, gufi, aironi, e altre creature in cui ci rispecchiamo e sublimiamo le nostre emozioni. E così mentre guardiamo un primate che mangia una banana esclamiamo:”Oh, dove sarà finita tutta l’allegria del mondo?”. La Haifisch ci fa inoltre riflettere su quanto la storia degli uccelli dei fumetti e dei cartoni animati sia costellata di sogni infranti e in effetti questo fumetto ne è la prova provata.